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Fondazione De Benedetti - Cherasco 1547
Cherasco ebraica
Itinerari ebraico piemontesi
Il patrimonio artistico ebraico costituisce in Italia motivo di interesse insieme per la sua peculiarità e per il fatto che testimonia una presenza ininterrotta da oltre duemila anni, segnata da molteplici e variegate testimonianze.
La storia delle comunità ebraiche in Italia (e in Piemonte) è una storia di precarietà: la permanenza dei gruppi ebraici era sempre temporanea e soggetta alle mutevoli condizioni politiche ed economiche degli Stati considerati ospiti. Esclusi per molti secoli dalle attività produttive, gli ebrei dovevano assolvere, per imposizione, il compito di prestare denaro, attività vietata per lungo tempo ai Cristiani.
Le sinagoghe del Piemonte
In Piemonte, terra ove ricca è stata la presenza di centri ebraici e dove sono oggi rintracciabili beni ebraici in una ventina di località, veri gioielli sono le sinagoghe, centro della vita comunitaria, luogo di preghiera e di studio, di discussione e di riunione.
La presenza secolare degli ebrei in Piemonte ha nelle sinagoghe una testimonianza peculiare, memoria di fede, ma anche di eventi complessi e stratificati, patrimonio da trasmettere al futuro. Sedici quelle esistenti, suddivise tra il territorio delle comunità di Torino, Casale Monferrato e Vercelli: Asti, Biella, Carmagnola, Casale Monferrato, Cherasco, Cuneo, Mondovì, Saluzzo e Vercelli ne hanno una, Alessandria e Ivrea due, Torino tre.
Grandi o piccole, imponenti o nascoste all'ultimo piano di semplici case, costituiscono la mappa di un tracciato unico, che ricostruisce fatti e accadimenti di un popolo che non ha mai smesso di lottare per la sua esistenza. Il visitatore è colpito da un fascino che racchiude spiritualità e arte, fede e armonia, in un insieme inscindibile e spesso di grande bellezza.
Nei ghetti del Piemonte
Sembra un'era lontanissima, ma ancora oggi in molte città del Piemonte, nei centri più popolosi e in quelli più piccoli, perfino nei borghi, interi quartieri o solamente una o più case hanno accesso a cortili che recano segni antichi di sbarramenti e tracce di chiusure di finestre verso l'esterno. Sono i ghetti del Piemonte, aree di segregazione istituite per soddisfare i requisiti richiesti da principi e reggenti, affinché le dimore degli ebrei non avessero contatti con quelle dei cristiani.
Scale, ballatoi, inferriate, ma anche vie e cortili comunicanti tra loro restano a evocare l'atmosfera angusta e unica che ha caratterizzato per un lungo arco di tempo la vita ebraica piemontese, sempre in bilico fra la separazione e la vicinanza al mondo cristiano circostante.
Cimiteri Ebraici in Piemonte
Andar per cimiteri, e per cimiteri ebraici in particolare, non significa soltanto Praga, Lido di Venezia o Ferrara. Anche il Piemonte è ricco di testimonianze cimiteriali ebraiche che meritano di essere conosciute nella loro suggestione.
Come ha scritto nel 1985 Primo Levi nella premessa al bel volume “La Comunità Ebraica di Venezia e il suo antico cimitero” (Il Polifilo, Milano 2000), nei cimiteri ebraici “non si ha, o almeno non predomina, l'impressione del lutto. Il lutto è quello recente e struggente di chi ha perduto un familiare, una persona cara che ha frequentato, di cui ricorda le fattezze, le abitudini, la voce. Qui il lutto è remoto, travolto dai secoli: prevale la sensazione della pace, del riposo eterno che tutti i rituali promettono ai defunti …. Su tutti si estende il mantello verde dei rampicanti, immagine della vita greggia, immemore, che sommerge il ricordo.”
Al di là della suggestione estetica e spirituale, i cimiteri del Piemonte costituiscono anche una fonte storica importante per l’individuazione e la decifrazione della presenza ebraica nelle diverse località.
Tra immagini delle mani benedicenti dei sacerdoti, delle brocche dei Leviti, dei grappoli d'uva, di cervi, leoni, aquile, colombe – espressioni tutte della simbologia ebraica – si possono conoscere i nomi degli ebrei che risiedettero nelle località piemontesi, ricostruendo così vicende di vita e legami familiari altrimenti ignoti.
(*) tratto dalle pubblicazioni “In Piemonte sedici Sinagoghe”, “Nei Ghetti del Piemonte” e “Cimiteri Ebraici in Piemonte” predisposte dalla Comunità Ebraica di Torino, Comunità Ebraica di Casale Monferrato e Comunità Ebraica di Vercelli, con testi di Mariacristina Colli e Claudia De Benedetti, fotografie della Comunità Ebraica di Torino, Nicolò Biddau, Stefania Levi, Silvia Reichenbach, Alberto Jona Falco/Studio Olimpic, il tutto coordinato da Giulio Disegni.
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